»Good Luck, Serve sempre un po' di Fortuna nella vita

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;lisa_sonohrina~
» Posted on 15/7/2010, 17:07




uhhhhhhhhhhhhhhh bellaaaaaaaaaaaaaaaa la ta FF complimenti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Non vedo l'ora di leggere il prossimo capitolo!
 
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Stefania.
» Posted on 27/7/2010, 13:17




Et voilà, ho recuperato il capitolo che mi ero persa =D
Comunque questa fanfiction mi piace sempre di più e poi scrivi molto bene, quindi mia Cara continua che voglio sapere =D
 
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·÷± Taty
» Posted on 5/8/2010, 18:35




Grazie Stefy! ^^
Sei troppo gentile.. non è un granchè..! xD
Spero che ti piaccia anche questo mio nuovo capitolo! ^^

Ed eccomi qui con un altro che posto, dopo vari problemi con il pc.. e con la mia fantasia.. xD
Spero vi piaccia! ^^

.Tre;
“Dire di essere indecisi.. è dire veramente poco!”



«Culo, ma che caspita stai facendo?» la voce acuta di Luca, rimbomba per tutta l’Arena.
«Perché? Mi metto in posa per le foto!» Diego risponde al fratello, si gira verso di me e mi strizza l’occhio.
Un po’ imbarazzata e divertita dalla scena a cui ho appena assistito gli sorrido, scuotendo leggermente la testa.
Ogni volta che mi avvicinavo la macchina fotografica al viso, Diego smetteva di suonare a si metteva in posa, come gli stessi facendo un servizio.
Luca sopportò questa cosa, per un paio di volte, ma alla terza, non ce la fece più ed esplose, rimproverando il fratello.
Sinceramente, sono d’accordo con Luca, non dovrebbe farsi distrarre da me, non credo che con mio padre avrebbe fatto lo stesso.
«Se continuiamo di questo passo, le prove non le finiremo mai e durante il concerto faremo una figuraccia! Ma di quelle grosse!» la voce di Luca, non voleva calare di tono e la rabbia che sentivo uscire dalle sue parole era sempre più potente.
«Non preoccuparti! Tutti i concerti ci sono sempre andanti alla grande, non capisco perché oggi dovrebbe essere diverso» non mi staccava gli occhi di dosso.
Mi fissava imperterrito e, ogni tanto, il suo sguardo mi squadrava dalla testa ai piedi.
«Ehm.. se il problema di tutto sono io, posso tornare nel back e stare lì finché non avete finito» stavo cominciando a mettere a posto tutta l’attrezzatura, quando Luca mi ammonì.
«No, non preoccuparti, non sei tu la causa di tutto, è mio fratello, che ha il cervello bacato e non vuole collaborare» lo indica con dito accusatore e lo guarda con occhi maligni.
Giancarlo, che si trovava con la sua tastiera posizionato dietro Diego, gli si avvicina e gli sferra una sberla dietro la testa.
Alla vista della scena, tutti i presenti scoppiano a ridere, me compresa.
«Gianca, ma ti sei bevuto il cervello?» Diego, massaggiandosi la testa nel punto in cui ha ricevuto la botta, si gira e lo fulmina con lo sguardo.
«Sta zitto, concentrati e suona!» gli dice Giancarlo di tutta risposta, riposizionandosi dietro la tastiera.
Sbuffante e, evidentemente nervoso, riprende il possesso di se stesso e comincia a pizzicare le corde della sua chitarra, seguito da tutti gli altri.
Stavo per andarmene, ma quando sentii il dolce suono di una delle loro canzoni, mi sedetti su una cassa, posta sotto il palco e m’incantai a fissarli tutti, dal primo all’ultimo.
«Sono bravi, vero?» Roberto mi si siede vicino, facendomi prendere un colpo.
Con il cuore in gola, cercando di riprendere il possesso di tutte le mie facoltà fisiche e mentali, rispondo «Sono fantastici!» non distolsi lo sguardo.
Mi incantai a guardarli uno per uno e notai, che Luca e Diego mi mandavano gli stessi sguardi ma in momenti diversi.
Non avrei voluto farmi dei pensieri sbagliati, quindi lasciai correre.

Le prove non durarono a lungo e tutto il tempo rimasi a fissare i due fratelli che si destreggiavano davanti ai miei occhi con le loro chitarre e le loro canzoni.
«Niki, ma non hai provato anche tu?» il biondo mi fissava con occhi perplessi, mentre si toglieva la chitarra da dosso.
Feci una lieve risata «Non ne ho bisogno, mi è bastato vedere i vostri movimenti, per scolpirmi nella mente le foto perfette!» non riuscii a smettere di ridere «Le vedrai alla fine del concerto!» gli strizzai l’occhio.
Lui mi ricambiò con un dolce sorriso e io, mi sciolsi come neve al sole.
«Ragazzi, fa veramente caldo qui!» sbotta Jacopo, facendosi aria con una mano e asciugandosi il sudore della fronte con l’altra.
«Sì, hai pienamente ragione!» gli si avvicina Diego, dandogli una pacca di consenso sulla spalla.
«Che ne dite di andare a bere qualcosa?» esulta allegro Paolo.
Tutti ci guardammo negli occhi e ci annuimmo a vicenda, farfugliando parole di consenso a caso.
«Allora è deciso! Andiamo!» Diego mi si avvicinò, cingendomi le spalle con un braccio e ci incamminammo davanti a tutti verso l’uscita dell’Arena.
Il mio sguardo si allungò dietro la spalla di Diego e andò a posarsi sul volto di Luca che, avevo notato, era diventato triste e cupo, ma non appena si accorse che lo stavo fissando, fece finta di ridere e scherzare con Roberto che gli camminava accanto.
Diego, vedendomi tanto preoccupata, mi fece ridere con una delle sue battute infelici e, per un decimo di secondo, percepii lo sguardo di Luca su di me ma, appena mi rivoltai, non vidi niente di strano disegnato sul suo viso.
«Sali!» Diego mi aveva aperto lo sportello della sua macchina e mi stava invitando a salire.
Lo guardai un po’ titubante «Beh, sinceramente, avrei la mia di macchina» mi tirai un po’ indietro, cercando di essere meno sgarbata possibile.
Una forza a me sconosciuta, mi afferrò per un polso e mi trascino fino alla mia auto.
«G-grazie» borbottai imbarazzata, non appena mi accorsi che fu Luca l’artefice di quel gesto.
Mi sorrise dolcemente «Non dare molta retta a mio fratello, ogni volta che si trova davanti una ragazza, non perde tempo a mettersi in mostra» una lieve risata si alza verso il cielo e, molto fugacemente, mi schiocca un bacio sulla tempia.
Il mio cuore, parte a battere all’impazzata nel mio petto, come se volesse uscire e sento il mio volto avvamparmi come se andasse a fuoco.
Con il fiato corto e con il cervello in tilt, cerco di alzare lo sguardo per reggere il suo e per ricambiare con un sorriso “disinvolto” il suo bacino.
Senza smettere di sorridermi si avviò verso la sua macchina e, sedendosi al posto di guida, accese il motore.
Cercando di ritornare in me e di calmare i bollenti spiriti, salii in macchina, accesi l’aria condizionata per far tornare normale il mio viso e misi in moto seguendo, durante il tragitto, la macchina di Luca.
Guidavo tranquilla, con la testa un po’ tra le nuvole, prima che uno stupido uccello stette per andare a schiantarsi contro la mia vettura.
Per evitare il disastro, cercai di deviare la direzione della mia auto, salvando il volatile, ma distruggendo – in parte – la zona anteriore della carrozzeria della mia macchina, finendo diretta in un piccolo fosso, che costeggiava la strada.
Tutte le macchine prima e dopo di me, si fermarono, per vedere se mi fosse capitato qualcosa di grave.
Gli Airbag non erano esplosi, ma la cintura di sicurezza mi risparmiò una bella testata sul volante.
Ero scossa, impaurita e sotto shock.
Avevo il fiato corto, i battiti del mio cuore a mille, lo sguardo perso nel vuoto e le lacrime che, sentivo, erano sul punto di uscire dai miei occhi e scendere lungo le mie guance, ma ce la feci a trattenerle non appena, sentii il mio sportello aprirsi e una sagoma familiare, slacciarmi la cintura di sicurezza ed abbracciarmi teneramente.
Scoppiai a piangere e non riuscii a trattenermi.
«Ehi! Tranquilla, adesso è tutto apposto, non è successo niente, va tutto bene» la voce calma e piena di calore di Luca, mi tranquillizzarono e mi strinsi ancora di più tra le sue braccia.
I singhiozzi non cessarono e appena il carro attrezzi, chiamato da Roberto, portò via la mia macchina, salii in quella di Luca e ci dirigemmo in un posto completamente diverso da quello in cui saremo dovuti andare in precedenza.
Una casa molto grande, con un giardino ampio e un cagnone color dell’oro felicemente scodinzolante.
Ci venne in contro tutto contento, ma appena vide le nostre facce shoccate, abbassò le orecchie e ci seguì fin dentro l’abitazione in silenzio.
«Siediti, vado a prenderti un bicchiere d’acqua, per calmarti un po’» Luca si prese cura di me, come nessuno ebbe mai fatto prima e, tutti gli altri, si sedettero attorno a me con aria preoccupata e triste.
«Ehi! State tranquilli! Sto bene, è stato solo un attimo di paura e shock, ma adesso sto bene, sul serio!» guardai sorridente, tutti i presenti in quella casa, cercando di fargli capire che non era successo niente di grave.
Tutti, visibilmente più sollevati, mi sorrisero.
«Per il momento, però è meglio che rimani qui a riposarti, per i live è ancora presto, non preoccuparti, hai tutto il tempo che vuoi per rimetterti in forze per questa sera» Diego, molto gentilmente, mi sorrise e fece il carino con me.
Un po’ impaurita, dall’improvvisa gentilezza di Diego, sforzai un sorriso disinvolto e lo ringraziai.
Ero improvvisamente circondata da attenzioni di tutti i tipi: Luca, mi portava da bere, Jacopo mi sprimacciava il cuscino del divano per farmi stare comoda, Pietro di alzò per lascarmi stendere sul divano, Diego mi stava accanto e mi accarezzava i capelli per farmi stare a mio agio e Roberto, Giancarlo e Paolo, mi facevano aria sventolandomi dei giornali vicino al viso, nel caso in cui avessi caldo.
Mi trattavano come se fossi una regina, una cosa che non mi era mai successa prima d’ora in vita mia.
Si comportavano così solo perché ero la figlia di Marco Vanni? Si comportavano così perché avevano paura che, se lo avrei detto a mio padre gli avrebbe fatto causa a tutti? O si comportavano così solo perché gli stavo veramente a cuore?
«Ragazzi, siete tutti fantastici, non so come ringraziarvi per tutto quello che state facendo per me, ma non dovete comportarvi così, io sto benissimo e posso cavarmela da sola» li guardai tutti negli occhi e mi misi a sedere «Voi avete già i vostri impegni, i live, le fan da accontentare eccetera e io non voglio essere d’ostacolo a tutto questo, quindi non sprecate il vostro tempo, stando dietro a me» gli sorrisi e mi alzai, cercando di fargli capire, che era ora che tornassimo all’Arena, per cominciare il nostro lavoro «Coraggio! È ora di andare! Non vorrete mica rimborsare tutti i biglietti di quelle fan che vi stanno aspettando fuori dall’Arena da più di 12 ore, vero!?» guardai soprattutto Luca e Diego che si scambiarono un’occhiata impaurita e scossero entrambi la testa.
Ci dirigemmo tutti verso le rispettive macchine, Diego mi trascinò a forza verso la sua auto e sul volto di Luca, vidi la stessa espressione di qualche ora prima e mi si strinse il cuore a vederlo in quel modo, cercai in tutti i modi di andare da lui e di liberarmi dalla presa di Diego che mi aveva bloccato il polso, ma non riuscivo ad allontanarmi da lui che fui costretta a salire in macchina con lui.

Continua..

 
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»Mely
» Posted on 5/8/2010, 18:54




CITAZIONE
«Gianca, ma ti sei bevuto il cervello?» Diego, massaggiandosi la testa nel punto in cui ha ricevuto la botta, si gira e lo fulmina con lo sguardo.

Ti sta bene u.u

CITAZIONE
Mi incantai a guardarli uno per uno e notai, che Luca e Diego mi mandavano gli stessi sguardi ma in momenti diversi.

Non prevedo nulla di positivo xD

CITAZIONE
Il mio sguardo si allungò dietro la spalla di Diego e andò a posarsi sul volto di Luca che, avevo notato, era diventato triste e cupo,

Noo Biondoo!! ç_ç
Poveroo xD

CITAZIONE
Diego, vedendomi tanto preoccupata, mi fece ridere con una delle sue battute infelici

Ahahahahaahah xD

CITAZIONE
«Non dare molta retta a mio fratello, ogni volta che si trova davanti una ragazza, non perde tempo a mettersi in mostra» u

u.u E poi da a Luca del "puttaniere" u.u

CITAZIONE
Luca, mi portava da bere, Jacopo mi sprimacciava il cuscino del divano per farmi stare comoda, Pietro di alzò per lascarmi stendere sul divano, Diego mi stava accanto e mi accarezzava i capelli per farmi stare a mio agio e Roberto, Giancarlo e Paolo, mi facevano aria sventolandomi dei giornali vicino al viso, nel caso in cui avessi caldo.

*_____________*
Belloooo...
Anche io anche io! xD

Tatyyyy u.u
Diego l hai fatto troppo poco timido!!!! u.u
Ahahahaha...E poi mi dispiace per Luca daiii xDxD
u.u
Continua presto...
Ti voglio bene!! =) =)
 
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Cammy«
» Posted on 6/8/2010, 14:58




CITAZIONE
«Gianca, ma ti sei bevuto il cervello?» Diego, massaggiandosi la testa nel punto in cui ha ricevuto la botta, si gira e lo fulmina con lo sguardo.

Così impari a fare meno il pollo U.U
CITAZIONE
«Non dare molta retta a mio fratello, ogni volta che si trova davanti una ragazza, non perde tempo a mettersi in mostra»

Com' è strano sentire ciò!!! O.o
CITAZIONE
Luca, mi portava da bere, Jacopo mi sprimacciava il cuscino del divano per farmi stare comoda, Pietro di alzò per lascarmi stendere sul divano, Diego mi stava accanto e mi accarezzava i capelli per farmi stare a mio agio e Roberto, Giancarlo e Paolo, mi facevano aria sventolandomi dei giornali vicino al viso, nel caso in cui avessi caldo.

Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah belliiiiiiiiiiiissimo questo pezzooooooo *W*
CITAZIONE
Diego mi trascinò a forza verso la sua auto e sul volto di Luca, vidi la stessa espressione di qualche ora prima e mi si strinse il cuore a vederlo in quel modo, cercai in tutti i modi di andare da lui e di liberarmi dalla presa di Diego che mi aveva bloccato il polso, ma non riuscivo ad allontanarmi da lui che fui costretta a salire in macchina con lui.

Noooooo ç______________ç ma povera T.T
ma non si fa ce.... T.T
Aaaaaaaaaah ma Life dai vuoi farmi rendere qualche infarto?
ce dimmelo!!! U.U
Beeeeeeeeeeeeelliiiiissimo questo capitolo *O*
Continua presto mi raccomando!!!
Love you so much!!! <3 **
 
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·÷± Taty
» Posted on 14/9/2010, 08:56




Grazie Mely! **
Eh si è vero, Diego è un pò poco timido, ma sono sicura che ci saranno delle svolte! xD

Life! **
Ma certo che no! u.u
Non voglio farti prendere nessun infarto, non mi permetterei mai!
Altrimenti come farei senza la mia Dolcissima Life!? ç_ç
Grazie anche a te! **
Love You so Much! <3


Ed eccomi qui, dopo millenni che non postavo più!
(scusate il ritardo, ma durante le vacanze estive non avevo molta fantasia, ma adesso magicamente mi è ritornata! xD)

.Quattro;
“Il coraggio? Non è cosa da tutti!”



Arrivati in Arena, sentivo urlare una miriade di gente.
Infilato il pass al collo, mi sporgo quanto basta per vedere l’Arena gremita di persone, che parlavano animatamente e subito, mi pietrificai.
«Che ti succede?» una mano mi cinse le spalle, facendomi un attimo trasalire «Scusami, non volevo spaventarti!» Luca mi sorrise, non appena si accorse dello spavento che mi aveva fatto prendere pochi secondi prima.
«No no, stai tranquillo, è tutto a posto! Solo che con tutta questa gente mi sento un po’ nervosa!» mi girai verso di lui, con lo sguardo fisso sulle mie mani tremanti dal nervosismo.
«Ehi! Semmai dovremmo essere noi ad essere agitati, non tu! Alla fine tu stai sotto al palco, non devi salire e gestire un concerto!» scherzò e, accarezzandomi delicatamente un braccio, mi tranquillizzò.
Gli annuii «Hai ragione! Scusami, ma è la mia prima volta e ho paura di combinare un disastro!» diventai rossa e mi coprii il viso con le mani.
«Luca è ora! Gli altri sono già entrati! Manchiamo solo noi, il pubblico ci chiama!» Diego strattonò per un polso il fratello e, impacciato, Luca mi fece segno di stare tranquilla.
Gli annuii e, respirando a fondo, mi feci forza e con la mia reflex tra le mani uscii dal backstage e mi fiondai sotto al palco.
Sentivo gli sguardi di tutte le ragazzine attaccate alle transenne, in prima fila, che mi guardavano di sottecchi, e mi sentii molto a disagio.
La musica partì e, carichi più che mai, si scatenarono con al collo le loro bellissime chitarre e scoppiò il finimondo: un boato pazzesco si alzò in aria e le mie povere orecchie erano al limite della sopportazione.
Le urla erano talmente forti, che per un momento, non riuscii più a sentire niente.
«Luca ti amo! Sei bellissimo!» sentii urlare alle mie spalle, da una delle ragazzine che mi stavano guardando di sbieco.
Scattate alcune foto mi girai verso lei e le dissi ad un orecchio «posso farti una domanda?» mi annuì «ma tu li segui solo perché sono belli o perché ami il loro talento e la passione che ci mettono nel fare la musica?» mi guarda un po’ stranita poi mi risponde «Ma che domande fai!? Ovvio che li seguo solo ed esclusivamente perché sono dei gran bei ragazzi! E, detto tra noi, io una bella storiella da “un giorno e via” la farei molto volentieri!» guardò Luca con occhi sognanti e provocatori e con la punta dell’indice tra i denti.
Io la guardai shoccata, sforzai un mezzo sorriso e gli diedi le spalle ritornando a concentrarmi sul concerto e sulle foto.
“Ma esistono davvero persone di questo tipo!? Ma la gente è pazza!” shoccata da ciò che avevo sentito, cercai di liberare la mente dedicandomi solo alle foto.

Il concerto fu qualcosa di veramente eccezionale ed incredibile.
I ragazzi andarono nel backstage e si rifugiarono in camerino per prendersi un po’ di meritato riposo.
Li raggiunsi pochi minuti dopo che se ne erano andati dal palco, dovevo sistemare la mia roba, essere sicura che ci fosse tutto e che tutto fosse sano e salvo.
Mi avvicinai alla porta e, oltre a sentire solo delle voci maschili, sentii anche due voci femminili.
In quel momento mi bloccai, anche se durante il concerto non sentivo quasi niente, riconobbi la voce della ragazzina con cui avevo parlato poco prima.
“Come hanno fatto ad entrare? Sono amiche di qualcuno della sicurezza?” durante i miei pensieri spappola cervello, sentii che ridevano come se fossero stati amici di vecchia data e che si conoscessero da una vita.
Molto educatamente busso alla porta e le risate si bloccano di colpo.
«È aperto!» la voce di Luca, mi invita ad entrare «Niki! Vieni, ti faccio conoscere due nostre amiche!» erano tutti seduti attorno al divano dove si erano sistemate quelle due ragazzine viziate vicino a Luca.
«Ho già avuto la fortuna di conoscerne una!» guardai con disinvoltura, la ragazzina dai capelli castano chiaro e dagli occhi azzurri, con cui avevo scambiato quattro chiacchiere qualche ora fa e cercai di smorzare un sorriso amichevole.
«Rebecca, piacere!» senza alzarsi dalla sua posizione, mi allungò la mano.
«Nicoletta, ma chiamami Niki!» le strinsi la mano, senza far svanire il mio sorriso “pseudo - amichevole”.
«Lei, invece, è la mia amica Serena!» mi indicò, con il sorriso sulle labbra, un’altra ragazza, seduta dall’altra parte del divano, sempre vicino a Luca, con i capelli a caschetto neri e qualche ciocca bionda e gli occhi color del mare.
Senza scomodarci e, senza stringerci le mani a vicenda, ci guardammo e ci sorridemmo, sussurrando a fatica uno striminzito «Piacere!»
Non spiccicai molte parole durante il post-concerto, rimasi in un angolo del camerino a scorrere le foto che avevo scattato quella stessa sera.
«Allora come sono venute queste foto?» l’improvvisa apparizione di Diego affianco a me, per poco non mi fece cadere la macchinetta dalle mani.
«Giuro che se ci rifai un’altra volta, non so cosa potrei farti!» lo guardai di sbieco, ma sorrisi, per fargli capire che scherzavo.
«Scusami, non era mia intenzione!» prese una sedia e si sedette affianco a me «Allora? Hai fatto un buon lavoro?» insistette.
«Giudica tu stesso!» girai lo schermo della macchinetta verso il suo viso e, prendendola tra le mani, iniziò a scorrere una per una tutte le foto che avevo scattato.
«Ma sei incredibile!» ad ogni immagine, i suoi occhi si illuminavano.
Arrossii imbarazzata e abbassai lo sguardo sulle mie scarpe.
«Quando tornerò a casa, le stampo e te le porto» mi offrii.
«Davvero?» gli annuii «Grazie!» facendo molta attenzione alla mia amata reflex, mi abbracciò stretta a se e, per un istante, il suo profumo mi invase il respiro fino a riempirmi i polmoni, causandomi un lieve giramento di testa.
L’occhio, mi cadde per un istante sull’orologio appeso alla parete di fronte a me «Caspita come è tardi! Devo proprio andare, mio padre poverino avrà bisogno di me!» non sarei riuscita a stare un minuto di più li dentro, sentendo in continuazione le risate di quelle due oche che, ad ogni occasione, si avvinghiavano a Luca e non lo mollavano più.
Le avrei picchiate molto volentieri, ma non volevo che la mia reputazione si rovinasse per due bambine viziate e presuntuose, mi sarei vendicata in un secondo momento, quando meno se lo aspetteranno agirò d’astuzia.
«Ma come!? Di già te ne vai? Resta un altro po’! Ci stiamo divertendo!» Luca, vedendomi prendere tutte le mie cose, mi ferma, cercando di convincermi a restare.
«Mi dispiace ma non posso!» tagliai corto il discorso.
Con un sorriso, salutai tutti e me ne andai il più disinvolta possibile, chiudendomi la porta del camerino alle spalle.
Tirai un respiro profondo e me ne andai verso il parcheggio.
L’unico problema,era che la mia macchina era ancora dal carrozziere e non sapevo come tornare a casa, questo era veramente un grandissimo guaio.
Ero appena uscita dall’Arena e il parcheggio si stava svuotando lentamente da tutte le macchine delle fan che erano presenti al concerto.
Mi misi a sedere sul bordo del marciapiede incapace di ragionare e trovare una soluzione per andarmene lontano da quel posto.
La mia mente era piena di strani pensieri, avevo un garbuglio di domande a cui non riuscivo a dare una risposta.
Appoggia tutta la mia attrezzatura accanto a me, e mi raggomitolai con la testa tra le ginocchia.
Non potevo di certo chiamare mio padre, ridotto in quel modo, non avrebbe di certo preso la sua macchina per venirmi a prendere, ma non potevo neanche fare l’autostop, non mi fidavo delle persone che mi passavano davanti, dentro le proprie macchine.
Mi è stato insegnato fin da piccola, di non fidarmi di nessuno, solo delle persone che conosco da molto tempo, ma in quel momento, non c’era proprio nessuno di cui potersi fidare ciecamente.
Non avrei dovuto farne un dramma, avrei trovato una soluzione per tornare a casa, ma ogni volta che cercavo di pensare ad altro, l’immagine di Luca seduto tra quelle due oche, mi si materializzava davanti agli occhi e sentivo le lacrime premermi sugli occhi: stavano facendo a gara, per poter scendere.
Scossi la testa per tornare alla realtà e scacciare quell’orribile immagine dalla mia mente e, pochi secondi dopo, sentii un tocco leggero e dolce sulla mia spalla sinistra.
Ricacciai indietro i brutti pensieri e le lacrime che volevano scendermi dagli occhi, mi girai verso quell’ombra che si trovava dietro di me e vidi Luca, sorridente.
“Fantastico, era l’ultima persona che avrei voluto vedere!” cercai di ricambiare il suo sorriso cercando di essere il più disinvolta possibile e mi alzai in piedi.
«Ehi! Qualcosa non va!?» la sua voce dolce e preoccupata per me, mi stava facendo per mettere a piangere, ma resistetti, non volevo che Luca mi vedesse debole e fragile.
Non ero una persona di quel tipo, non avrei sopportato l’idea di essere categorizzata come una ragazza piagnucolona e che ha sempre bisogno di qualcuno che l’aiuti.
Non avrei mai dato a nessuno questa soddisfazione.
«No no! Va tutto benissimo!» feci la finta allegra per alleggerire la situazione.
«A me non sembrava, fino a pochi minuti fa..» era veramente preoccupato per me, ma non volevo cadere nella sua trappola.
Non avrei permesso a me stesa di cadere in tentazione e di buttarmi in lacrime tra le sue braccia, non dopo quello che avevo visto.
L’occhio, mi cadde per un attimo, dietro le spalle di Luca e vidi Diego avvicinarsi a noi, mentre rideva con Jacopo e Pietro «Diego! Posso chiederti un favore!?» gli urlai mentre mi avvicinavo a lui.
Mi guardava un po’ perplesso alla mia reazione nel vederlo, ma si prestò interessato a quello che stavo per dirgli «Mi potresti accompagnare a casa? Lo so che sarà un viaggio veramente lungo, ma non ho la macchina e con i treni sono veramente una frana. Quindi mi domandavo, se per te va bene, di accompagnarmi fino a Pontedera! Non credo per te ci siano problemi, visto e considerato che voi, durante questi ultimi giorni, non avete impegni» gli sfoggiai il mio sorriso più bello e lo implorai con i miei occhi da cerbiatto.
Stette per un attimo perplesso ma, alla fine, si convinse.
Salutò tutti e, prendendolo a braccetto, ci dirigemmo verso la sua macchina.
Questa volta non volevo vedere quale fosse l’espressione di Luca, era il minimo che potessi fare dopo quello che avevo visto.
«Sono contenta che hai accettato di accompagnarmi a casa!» sorrisi, mi aprii lo sportello e salii in macchina.
«Di nulla! Ma potevi chiederlo anche a mio fratello, ce l’avevi davanti!» entrò anche lui e mise in moto.
Aprii per un attimo la bocca, per parlare, ma la richiusi subito dopo.
Il mio sguardo si incupì e lo abbassai, fissandomi le ginocchia, triste.
«Che hai?» non distolse lo sguardo dalla strada.
«Niente!» cercai di nascondere il più possibile, il mio animo ferito.
«Coraggio! Non vergognarti, a me puoi dire qualsiasi cosa, puoi fidarti di me!» cercò di farmi un sorriso convincente.
«Scusami Diego, ma non mi va di parlarne» tagliai corto la conversazione.
Non mi rispose, ma acconsentì con un cenno della testa.
Per tutto il viaggio non emettemmo un suono, Diego guardava fisso la strada, concentrato nella guida e io, persa nei miei pensieri, fissavo i vasti campi che si stendevano sotto i miei occhi sfrecciarmi davanti al naso.

L’arrivo a casa non fu molto lungo.
«Bene, sono arrivata» mi slacciai la cintura di sicurezza e sorrisi a Diego, che aveva cominciato a fissarmi.
Lentamente, aprii lo sportello e scesi, prendendo tutta la mia roba, con lo sguardo di Diego fisso su di me.
«Beh, grazie per avermi accompagnato, ci vediamo presto!» gli sorrisi e, mentre mi avvicinai per dargli un bacio in guancia, lui si voltò di scatto per darmi un bacio.
Restai un attimo con gli occhi sbarrati a fissare il vuoto e lo spinsi via delicatamente.
«Scusami, ora devo andare» iniziai a correre verso la porta d’ingresso, me la chiusi alle spalle senza guardarmi indietro e con la schiena mi ci appoggiai e lentamente scivolai a terra, con la mente confusa e in preda al panico.
Cosa sentivo il quel momento?
Non avrei mai voluto che finisse in quel modo e, sinceramente, neanche ci speravo.
Adesso c’era soltanto una cosa da fare, alzarsi da terra e andare a stendersi sul letto, era troppo tardi per potermi fare dei complessi che mi avrebbero intricato il cervello ancora di più di come non fosse già.
Ci avrei pensato con calma domani mattina e avrei trovato una soluzione a tutto.


Continua..



Edited by ·÷± Taty - 14/9/2010, 10:40
 
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{LaEstrellaMasLinda
» Posted on 14/9/2010, 20:24




S T U P E N D A; Continua presto. Sono curiosa di sapere cosa succederà! (:
 
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·÷± Taty
» Posted on 14/9/2010, 23:36




Grazie mille! ^^
Continuerò non appena mi arriva l'ispirazione!
Grazie ancora! <3
 
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Stefania.
» Posted on 24/9/2010, 22:21




CITAZIONE
Grazie Stefy! ^^
Sei troppo gentile.. non è un granchè..! xD
Spero che ti piaccia anche questo mio nuovo capitolo! ^^

Ma prego^^
Ma che diciiiiiiiiiii, non si dicono queste cose u.u
Comunqueeeeee vedo due capitoli, e che fa la Ste?!?
Beh commenta, ovvio no? u.u
All'attacco ;D

SPOILER (click to view)
Capitolo n°3
CITAZIONE
«Perché? Mi metto in posa per le foto!»

Scusami, ma il ragazzo si sta mettendo in posa, attenzione u.u

CITAZIONE
«Se continuiamo di questo passo, le prove non le finiremo mai e durante il concerto faremo una figuraccia! Ma di quelle grosse!»

E' leggermente arrabbiato xD

CITAZIONE
Mi fissava imperterrito e, ogni tanto, il suo sguardo mi squadrava dalla testa ai piedi.

No, ma scusami non vedi, che la ragazza è in imbarazzo?!? ù.ù
E poi, non si guardano cosi, le ragazze eh u.u

CITAZIONE
Giancarlo, che si trovava con la sua tastiera posizionato dietro Diego, gli si avvicina e gli sferra una sberla dietro la testa.

Puahahahahahahah xD
Mi immagino la scena, che la testa di Diego va in avanti e poi si gira, guardando malissimo Giancarlo, puahahahahahahah xD

CITAZIONE
Lui mi ricambiò con un dolce sorriso e io, mi sciolsi come neve al sole.

Oh mamma l'abbiamo persa, l'abbiamo persa O.O
Tutta colpa di Luca u.u
Per una volta, che non è Diego, strano O.o

CITAZIONE
Mi sorrise dolcemente «Non dare molta retta a mio fratello, ogni volta che si trova davanti una ragazza, non perde tempo a mettersi in mostra»

Ma guardalo O.o
Anche tu sai?!? ù.ù

CITAZIONE
«Ehi! Tranquilla, adesso è tutto apposto, non è successo niente, va tutto bene» la voce calma e piena di calore di Luca, mi tranquillizzarono e mi strinsi ancora di più tra le sue braccia.

T________T
Fazzoletto pleassssssse T____T

CITAZIONE
un cagnone color dell’oro felicemente scodinzolante.

Elvis **

CITAZIONE
Roberto, Giancarlo e Paolo, mi facevano aria sventolandomi dei giornali vicino al viso, nel caso in cui avessi caldo.

Mitico xD

Capitolo n°4

CITAZIONE
«Che ti succede?» una mano mi cinse le spalle, facendomi un attimo trasalire «Scusami, non volevo spaventarti!» Luca mi sorrise, non appena si accorse dello spavento che mi aveva fatto prendere pochi secondi prima.

Pensavo, che fosse Diego ù.ù

CITAZIONE
«Ma che domande fai!? Ovvio che li seguo solo ed esclusivamente perché sono dei gran bei ragazzi! E, detto tra noi, io una bella storiella da “un giorno e via” la farei molto volentieri!» guardò Luca con occhi sognanti e provocatori e con la punta dell’indice tra i denti.
Io la guardai shoccata

Stessa reazione O.o
Meglio, non pensarci --"

CITAZIONE
«Allora come sono venute queste foto?» l’improvvisa apparizione di Diego affianco a me, per poco non mi fece cadere la macchinetta dalle mani.

Te l'avrebbe ricomprata, deve u.u

CITAZIONE
«Mi potresti accompagnare a casa? Lo so che sarà un viaggio veramente lungo, ma non ho la macchina e con i treni sono veramente una frana. Quindi mi domandavo, se per te va bene, di accompagnarmi fino a Pontedera! Non credo per te ci siano problemi, visto e considerato che voi, durante questi ultimi giorni, non avete impegni» gli sfoggiai il mio sorriso più bello e lo implorai con i miei occhi da cerbiatto.

Mi fa ridere, perché m'immagino Diego tutto contento, cioè è pazzesco xD

CITAZIONE
mentre mi avvicinai per dargli un bacio in guancia, lui si voltò di scatto per darmi un bacio.

Ooooooooooooooooh **


Carissima, che devo dirti?!?
Continua, che sono troppo, ma troppo curiosa u.u
Ah, Compliment's per i capitoli ;D
 
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·÷± Taty
» Posted on 24/9/2010, 22:29




Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh!!!! **
Ma lo sai che mi mancavano un sacco i tuoi commentoni!? **
Grazie mille Stefy, continuerò presto!
Mi riempi sempre di complimenti, non smetterò mai di ringraziarti! ^^
Ti voglio veramente tanto bene! <3
 
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GothicLolita
» Posted on 8/10/2010, 20:24




Taty ti prego continua!! ^^
Questa storia è veramente stupenda,fantastica!! ^^
 
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Bills;
» Posted on 12/10/2010, 18:53




Eccomi anche iooooo!!!^^
Nuova lettrice nella tua bellissima fan fiction!
Davvero Kuccio, è bellissima!*_______________________*
Non ho parole e la ragazza dovrebbe, come minimo saltargli addosso a diego haahahahahahah che perfezzione!*__________________*
Bravissima tesoro, ti voglio beneeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee<3<3
Continua presto.
 
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·÷± Taty
» Posted on 12/10/2010, 23:08




Grazie Kuccio! **
Sono contenta che ti piaccia!
Spero che ti piaccia anche questo nuovo capitolo! ^^

.Cinque;
“Il Rispetto, bisogna meritarselo. Non è una cosa che posso dare a tutti!”


Seduta sul davanzale della finestra, in camera mia, fissavo quelle piccole ed innocenti goccioline che battevano il tempo, sul freddo ed appannato vetro.
“Un altro temporale estivo. Odio quando è così!” la pioggia non mi è mai piaciuta, non l’ho mai sopportata.
Ma in alcuni casi può farti compagnia nei momenti brutti della tua vita: quando non vuoi piangere da sola, c’è il cielo a farti compagnia.
Quando cerco di stare un po’ da sola con me stessa a ponderare sui miei problemi e a cercare di trovare una soluzione per risolverli, non riesco mai a fare ciò che mi impongo.
Guardo nel vuoto e non penso a niente.
Rimango sola, con la mente vuota e ignara da tutto quello che mi sta capitando attorno.
*Toc-toc* qualcuno sta bussando alla mia porta, ma sono troppo impegnata ad estraniarmi dal mondo per rispondere.
*Toc-toc* il rumore comincia a farsi più insistente, ma ancora non rispondo.
*Toc-toc* «Stellina, sei in camera tua? Rispondi!» mio padre, a quanto pare si è rimesso in salute.
«Sì, dimmi papà che c’è? Ti serve qualcosa?» riesco a tornare alla realtà, anche se avrei preferito restare ancora un po’ di tempo da sola nel mio mondo.
«Beh, ci sarebbe qualcuno per te, che sta aspettando di sotto in salotto» mi avvisò gentilmente, dell’individuo, a me ancora sconosciuto, venuto da non si sa dove solo per vedermi.
Lo ringraziai e, con molta calma, mi alzai dal mio posticino e mi diressi verso le scale.
Stetti per scendere gli ultimi due scalini, quando intravidi una sagoma e me molto familiare.
Sentii un nodo in gola, il cuore cominciò a battermi sempre più forte ed esitai nello scendere completamente le scale.
Restai un attimo immobile, senza fare niente e guardando nel vuoto, poi mi decisi e risalii, silenziosamente, quegli scalini, che mi conducevano in camera mia.
«Niki!» la sua voce, mi costrinse a fermarmi e a girarmi verso di lui.
«Ciao Luca, che ci fai qui?» cercai di essere il più disinvolta possibile.
«Sono venuto per parlarti» i suoi occhi erano seri e decisi su quello che voleva fare.
Restai per un istante a guardarlo «Mi dispiace, ma non ho niente da dirti!» non lo guardai negli occhi e, passandogli davanti, mi diressi in cucina.
«Aspetta! Non me ne vado fino a che non mi avrai ascoltato!» mi afferrò per un braccio e mi girò verso lui, costringendomi a guardarlo.
Vedevo nei suoi occhi la determinazione e avrebbe fatto ciò che aveva detto, non se ne sarebbe andato via tanto facilmente.
Alzai gli occhi al soffitto e sbuffando gli risposi «E cosa devi dirmi?» non avevo intenzione di starlo a sentire, lui era l’ultima persona che avrei voluto vedere.
«Preferirei parlarne in privato» mi si avvicinò ad un orecchio, per non farsi sentire da mio padre.
«Ho capito, andiamo vieni in camera mia» sbuffando, lo afferrai per un polso e, salendo le scale, ci chiudemmo in camera mia.
Luca si sedette sul mio letto, ma io mi sedetti sul davanzale della finestra, non avevo intenzione di stargli vicino.
«Allora, sono venuto fin qui per dirti che..» parlò per primo, rompendo il silenzio che si era creato tra noi «mi dispiace!» il tono della sua voce mi sembrò sincero, ma non volli comunque guardarlo in faccia a rispondergli.
Non insistette sulla questione, così sospirò, si alzò dal mio letto, si avvicinò alla porta e se ne andò.
Delle piccole e umide lacrime mi rigarono il volto.
Avrei voluto rispondergli, ma qualcosa dentro di me, me lo impedì.
“Cosa ho combinato? Lo so anche io che gli voglio bene e che provo qualcosa di più di una semplice amicizia. Ma allora cos’è che mi blocca?” delle domande a cui non sapevo dare risposta, mi affiorarono nella mente mandandomi nella confusione più totale.
Mi alzai dal davanzale in preda alla rabbia, sferrai calci e pugni al letto e a tutto quello che incontravo.
Urlai a più non posso per scaricare un po’ di quella rabbia repressa che mi portavo dentro che con il tempo aumentò.
Feci un tale baccano, che mio padre fu costretto ad entrare nella mia stanza con la forza, afferrarmi per le braccia, cercando di mobilizzarmi per farmi calmare e poi mi abbracciò, quando scoppiai a piangere vedendo il suo sguardo impaurito e preoccupato.
«Papà, sono confusa! Non so più a che pensare!» riuscii a dire tra un singhiozzo ed un altro.
«Stellina, va tutto bene, è tutto a posto, adesso ci sono io qui!» mi accarezzò i capelli.
«Niente è a posto papà! È tutto un casino! La mia vita è un casino, la mia testa è un casino! IO sono un casino!» stavo impazzendo, stavo andare in una crisi isterica.
Avevo bisogno di andarmene dalla mia città per un po’, pensare e dedicarmi ad altro.
Avrei passato un po’ di tempo con me stessa e sarei ritornata, poi, con le idee più chiare e sarei stata più decisa sul da farsi.
Mio padre allentò l’abbraccio impietrito «Scusami, non volevo attaccarti così bruscamente. Tu non c’entri niente, sono io che ho qualcosa che non va e avrei bisogno di una vacanza di qualche mese, tanto per schiarirmi le idee e calmarmi un po’» gli accarezzai una guancia per tranquillizzarlo e per fargli capire che non era colpa sua, ma solo ed esclusivamente mia.
«Adesso scusami papà, ma se non ti dispiace, vorrei restare da sola» mi sciolsi dal suo abbraccio e, guardandomi un po’ più tranquillo, mi annuì ed uscì dalla mia stanza.
Facendo un respiro profondo mi buttai sul letto e fissai il soffitto.
“Devo assolutamente andarmene da qui. Devo andare in qualsiasi altro posto, basta che sia lontano da Pontedera, ma soprattutto che sia lontano da entrambi!” mi morsi il labbro inferiore e, prendendo in mano il cellulare, composi il numero della persona che non sentivo ormai da un sacco di tempo: Nathalie.
La sua migliore amica che si trovava dall’altra parte del mondo, per lavoro.
«Pronto!?» la voce assonnata dall’altra parte dell’apparecchio telefonico, mi fece capire di averla svegliata.
Cercai di trattenere i singhiozzi e le lacrime che volevano uscirmi di nuovo dagli occhi «Naty, scusami tanto di averti svegliata, ma avrei un favore enorme da chiederti!»
«Niki, ma sono le 3 del mattino!» mi disse sempre più assonnata.
«Da te sono le 3 del mattino, ma da me sono le 8 della mattina» risposi stupidamente.
Sentii sbuffare «Dimmi che ti serve?» mi chiese sempre più assonnata.
«Saresti disposta ad ospitarmi per qualche mese?» non aspettai altro tempo per arrivare dritta al punto.
«Ma perché tu devi sempre fare queste improvvisate? Come faccio ad organizzarmi con il lavoro e tutto il resto?» stava per arrabbiarsi.
«Non preoccuparti! Ci penso io! Tra poco vado a prendere i biglietti per l’aereo e sarò da te per l’ora di pranzo» dissi speranzosa.
«Ora Italiana?» mi sembrò alquanto confusa.
«No, ora Newyorkese! Quindi tra.. 10/11 orette! Hai tutto il tempo, per dormire ancora un altro po’, prepararti con calma e venirmi a prendere all’aeroporto!» le dissi tutto quello che avrebbe dovuto fare.
Sentii sbuffare di nuovo «Va bene, ho capito, adesso però, fammi tornare a dormire, altrimenti te lo scordi che vengo a prenderti più tardi!» mi salutò e mi chiuse il telefono in faccia.
Cominciai a ridere come una cretina, da sola, mentre iniziai a fare le valige con tutto quello che mi sarebbe servito durante la mia permanenza a New York.
Ero quasi a conclusione della preparazione delle valige che vidi, sbucar da sotto la porta, un biglietto andata e ritorno, per New York.
“Questo è papà, che ha ascoltato la mia conversazione con Naty!” raccolsi i biglietti da terra e me li misi in borsa assieme al passaporto.
Ero pronta.
Portai le valige al pian terreno davanti la porta d’ingresso e, gironzolando per casa, andai alla ricerca di mio padre, per poterlo ringraziare del regalo fattomi qualche secondo prima.
Non sentii e vidi nessuno, solo un biglietto abbandonato sopra il tavolo del salotto.

Goditi la tua vacanza assieme alla tua amica, divertiti!
Mi mancherai tantissimo, bacioni papà.


Sorrisi, uscii di casa e, con mia grande sorpresa, trovai la mia macchina parcheggiata davanti al cancello.
Felicissima, caricai in fretta le valige e, mettendo in moto il motore, partii verso l’aeroporto.
Avrei preso quel volo, per poter intraprendere una nuova avventura e per svagarmi un po’.
Una nuova vita ha inizio.
La mia destinazione attuale? New York!

Continua..


 
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Bills;
» Posted on 12/10/2010, 23:11




Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Neww Yorkkkkkkkkkkkk!
Bellissima!*____________________________________*
Bellissimo capitolo Kuccio, davvero.
Tu mi sorprendi sempre più.
Sei una persona fantastica con un talento incredibile.
E anche se non ci credi molto te lo ripeto ancora una volta
questa storia E' FANTASTICA.
Ti adoroooooo<3
 
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·÷± Taty
» Posted on 12/10/2010, 23:13




Grazie Tesoro miooooooooooo!!!!! *_*
Sei sempre troppo gentile!
CITAZIONE
E anche se non ci credi molto

Hai colto pienamente nel segno! u.u
Non ci credo adesso e non ci crederò MAI! ù.ù

Comunque grazie!
Ti adoro anche ioooooooo! ** <3
 
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86 replies since 29/6/2010, 20:00   691 views
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