 | 'Darkness‚ |
| | • Sarà il Destino
CHE CI HA FATTI INCONTRARE... Ero concentrato. Impugnavo la penna e osservavo quel pezzo di carta bianca davanti a me, da non so quanto. Ma non riuscivo a non pensare a lei. Era un chiodo fisso. Non passava giorno che non mi venisse in testa la sua immagine, il suo profilo così nitido. Non voleva andarsene, e non mi permetteva di scrivere nemmeno due parole in croce. Gettai la penna in terra per disperazione, se non trovavo il modo di distrarmi, sarei sicuramente impazzito. Mi passo le mani dietro la testa come gesto istintivo, e mi alzai dalla sedia. Non potevo continuare così. No. Dovevo assolutamente sapere, dovevo trovare quella creatura che mi aveva sconvolto l'esistenza.
Ok, forse ero davvero impazzito. Dove potevo trovare una ragazza fra tutte quelle che incontravo ogni santissimo giorno?
"Come mi hai ridotto..." dissi tra me.
"Hai detto qualcosa?"
"No niente... io esco"
Mi avviai verso la macchina, avevo assoluto bisogno di stare solo, nel solito posto. Il mio rifugio. Mentre guidavo, ascoltavo un cd già inserito in precedenza... Partì una canzone...
Sorrisi mentre osservavo la strada davanti a me. Non esisteva canzone più azzeccata. L'avrei aspettata, sì, avrei aspettato il suo ritorno, perché dentro di me lo sentivo.
Arrivai al promontorio, lasciai la macchina parcheggiata nel solito punto e cominciai ad arrampicarmi fra le pietre che formavano una specie di scaletta. Raggiunsi la cima, non tanto alta, che dava direttamente
sul mare, e su quel tramonto mozzafiato che mi lasciò per qualche istante stupefatto. Mi appoggiai a terra, osservando la spiaggia sottostante. C'era ancora qualche ombrellone, ma le persone stavano già iniziando a prepararsi per tornare alle proprie case. Tornai a osservare le onde che si infrangevano sugli scogli. Iniziava a sentirsi la leggera brezza salmastra che donò una strana pace ai miei sensi. Inspirai profondamente.
Non mi accorsi del tempo che passava, sicché butto un occhio al cellulare. Il sole ormai era tramontato, non mi restava che tornarmene a casa. Mi alzai, sistemando i jeans, e involontariamente mi cascò di nuovo l'occhio lì in basso.
C'era una ragazza in piedi, teneva in mano un paio di infradito, e indossava un copricostume leggero, bianco. Aveva i capelli neri lunghi.
Mi venne un tuffo al cuore. Non potevo crederci. Quella ragazza. Lei. Era lì, davanti ai miei occhi, che osservava l'orizzonte.
Scesi più in fretta che potevo il piccolo proomontorio e corsi nella spiaggia. Ma la ragazza era sparita. Mi osservai intorno, controllai ovunque. Non c'era più. Forse mi sbagliavo, forse era solo il desiderio ardente che mi faceva vedere cose che non erano reali. Strinsi forte i pugni. Mi voltai per tornare alla macchina, ma ecco. Di nuovo quella visione. Allora non me l'ero immaginata.
Rimase immobile, a fissarmi. Sì, era proprio lei. Sembrava non credere ai suoi occhi. E nemmeno io.
"Ciao..." azzardai.
"C-ciao" rispose ancora stupefatta.
"Sei... sorpresa di vedermi?"
Non rispose. Sorrisi. Mi infilai le mani in tasca e cominciai a disegnare mezzelune sulla sabbia col piede.
"Non pensavo di trovarti qui..." cominciai.
"Nemmeno io"
Tornai a fissarla negli occhi. Occhi scuri come l'ebano, e capelli corvini. Era proprio lei, il mio chiodo fisso. I miei occhi non sbagliavano stavolta.
"Sai..." dissi, avvicinandomi "...non ho fatto altro che pensare a te in questi giorni..."
Si aggiustò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Beh, non so come mai, ma... tu mi fatto qualcosa dal primo momento in cui ti ho vista, tra tutta quella gente..."
Sorrise, quasi incredula. Abbassò lo sguardo.
"Sai, Luca... questo è il mio piccolo rifugio. Ci vengo sempre, ogni sera. Mi aiuta a pensare, a dare risposte che altrimenti non troverei da nessun'altra parte..." Si fermò a contemplare le onde.
"E ogni sera, alzavo gli occhi, lassù" , disse indicando il mio piccolo promontorio "nella speranza di vedere un angelo. Un angelo che mi ha sempre aiutato a trovare tutte le risposte che cercavo. E sai la cosa buffa?"
"Cosa?"
"Lui, non ha mai saputo di essere questo angelo."
Abbassò lo sguardo, voltandosi lentamente verso me.
"Luca... quell'angelo sei tu!"
Rimasi spiazzato. Una folata di aria fredda in pieno volto.
Non avevo parole, non avevo pensieri. C'era lei, lì, davanti a me, che mi guardava timida. Si morse le labbra, accennando un sorriso. Un gesto che mi manda letteralmente fuori di testa. Mi avvicinai a lei, la afferrai per i fianchi e la baciai. Senza mezzi termini. La baciai, stringendola gelosamente a me, quasi per paura che potessi svegliarmi da un sogno. Avevo paura che potesse di nuovo sfuggirmi, che potesse sparire tra le mie mani come una nuvoletta di fumo.
Ripresi fiato. La guardai intensamente.
"Non sai quanto ti ho aspettata!" sussurrai appoggiando la sua fronte alla mia.
"Anch'io, ma non pensavo di arrivare a tanto." disse sorridendo.
"Non voglio perderti!"
"Neanche io!" disse lasciandosi andare in un altro bacio, stavolta più intenso, più caldo, più passionale.Sarà il destino che ci ha fatti incontrare...Edited by 'Darkness‚ - 23/10/2010, 00:57 | | | |
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